STRESS, CIBO E INFIAMMAZIONE

Dr.ssa Federica Pavoncello
Dr.ssa Federica Pavoncello

(a cura della dr.ssa Federica Pavoncello)

Le possibili correlazioni tra infiammazione cronica, stili di vita disfunzionali e patologie degenerative,  hanno stimolato numerose e appassionate  ricerche scientifiche, ma è solo  da una decina di anni che gli studiosi si sono soffermati  su come la nostra dieta quotidiana sia in grado di influenzare tali indici infiammatori.

L’infiammazione, infatti, è alla base delle principali malattie di cui sentiamo parlare ogni giorno, come le patologie cardiovascolari, il diabete mellito tipo 2, l’Alzheimer e molti tipi di neoplasie. E’ infatti  documentato come molti componenti nutritivi possano modulare fattori capaci di attivare un fenomeno flogistico, tra cui  l’attività simpatica, lo stress ossidativo , la produzione di citochine pro-infiammatorie e i fattori di trascrizione nucleare (es. NF-kB).

Anche studi sul comportamento hanno dimostrato che gli eventi stressanti e la depressione possono influenzare lo stadio infiammatorio attraverso gli stessi meccanismi.

Si è quindi ipotizzato che la dieta e lo stress possano agire con un effetto sinergico sullo sviluppo di un’infiammazione. A tale proposito, sono state formulate diverse teorie intriganti: ad esempio, lo stress influenzerebbe le nostre scelte dietetiche e contribuirebbe ad incrementare una risposta maladattativa del nostro metabolismo verso cibi non sani; inoltre la dieta impatterebbe sull’umore così come fanno i fattori pro-infiammatori su quelli dello stress.

Secondo recenti studi, una dieta ricca di amidi, zuccheri, grassi saturi e povera di omega 3, di fibre, frutta, verdure e farine integrali è una dieta di tipo pro-infiammatoria. Ciò è stato ribadito in uno studio condotto da Lopez-Garcia et Al., osservando un gruppo di donne che seguivano una dieta di tipo “occidentale”, quindi ricca in carne rossa, dolci e farine raffinate. Queste donne, al termine dello studio, presentavano gli indici di infiammazione alterati,  come elevati livelli di Proteina C reattiva, IL-6, ed E-selectina, rispetto a un gruppo di donne  che preferiva una dieta ricca in frutta, verdura, pesce,carne bianca e farine integrali.

Si ritiene che le proprietà antiossidanti di frutta e verdura siano alla base di una dieta “anti-infiammatoria”: un aumento del loro apporto, infatti, è stato associato a valori più bassi di sostanze ossidanti , come il perossido di idrogeno e  il radicale superossido, che vengono prodotti ogni giorno con il nostro metabolismo.

Si è visto anche come bisognerebbe preferire nell’alimentazione di tutti i giorni, farine integrali piuttosto che quelle raffinate (e con lo stesso ragionamento andrebbero evitati gli zuccheri raffinati), poiché quest’ultima categoria di alimenti viene privata di fibre, vitamine, minerali e acidi grassi essenziali e inoltre si associa ad alterazioni più repentine di glucosio e insulina nel sangue, determinando un’iperglicemia postprandiale che è correlata con l’aumento in circolo di radicali liberi ossidanti e citochine pro-infiammatorie.

Recentemente, un professore e ricercatore italiano, Valter Longo, direttore del programma di Oncologia e longevità dell’IFOM (Istituto di Oncologia Molecolare di Milano) ha proposto una dieta “Mima-Digiuno” basandosi proprio su queste caratteristiche biochimiche del cibo.

Lo studio proposto dal Professor Longo ha reclutato 100 soggetti sani, successivamente suddivisi in due popolazioni distinte; un gruppo ha seguito una dieta senza alcuna restrizione, mentre  il secondo è stato osservato mentre applicava la dieta “Mima-Digiuno” per 5 giorni consecutivi al mese; si tratta di una dieta povera in calorie, zuccheri e proteine, ma ricca in grassi insaturi. 

I pazienti sono stati seguiti per un periodo complessivo di 3 mesi, al termine dei quali sono emersi risultati sorprendenti.

Dopo i 3 cicli di dieta, i pazienti che hanno osservato questo nuovo tipo di alimentazione hanno presentato un calo ponderale e una riduzione del tessuto adiposo viscerale, ma è stata riscontrata anche una riduzione della pressione arteriosa. A livello a sierologico, sono stati evidenziati valori più bassi di glucosio a digiuno, di IGF-1, degli indici del metabolismo lipidico (colesterolo totale, trigliceridi e LDL) e infine una riduzione della Proteina C-reattiva.

In pratica si riprogramma il corpo in modo tale da farlo entrare in una modalità di invecchiamento più lento, permettendogli anche di ringiovanire attraverso una rigenerazione che si basa sulle cellule staminali. In questo modo si riduce in modo significativo il rischio di cancro, diabete, malattie cardiovascolari e neurodegenerative.

Recentemente, un professore e ricercatore italiano, Valter Longo, direttore del programma di Oncologia e longevità dell’IFOM (Istituto di Oncologia Molecolare di Milano) ha proposto una dieta “Mima-Digiuno” basandosi proprio su queste caratteristiche biochimiche del cibo.

Lo studio proposto dal Professor Longo ha reclutato 100 soggetti sani, successivamente suddivisi in due popolazioni distinte; un gruppo ha seguito una dieta senza alcuna restrizione, mentre  il secondo è stato osservato mentre applicava la dieta “Mima-Digiuno” per 5 giorni consecutivi al mese; si tratta di una dieta povera in calorie, zuccheri e proteine, ma ricca in grassi insaturi. 

I pazienti sono stati seguiti per un periodo complessivo di 3 mesi, al termine dei quali sono emersi risultati sorprendenti.

Dopo i 3 cicli di dieta, i pazienti che hanno osservato questo nuovo tipo di alimentazione hanno presentato un calo ponderale e una riduzione del tessuto adiposo viscerale, ma è stata riscontrata anche una riduzione della pressione arteriosa. A livello a sierologico, sono stati evidenziati valori più bassi di glucosio a digiuno, di IGF-1, degli indici del metabolismo lipidico (colesterolo totale, trigliceridi e LDL) e infine una riduzione della Proteina C-reattiva.

In pratica si riprogramma il corpo in modo tale da farlo entrare in una modalità di invecchiamento più lento, permettendogli anche di ringiovanire attraverso una rigenerazione che si basa sulle cellule staminali. In questo modo si riduce in modo significativo il rischio di cancro, diabete, malattie cardiovascolari e neurodegenerative.

Di seguito vi suggeriamo alcune regole proposte nella dieta “Mima-Digiuno” dal Dott. Valter Longo.

 

immagine articolo 

Bibliografia

Giugliano D, Ceriello A, Esposito K. The effects of diet on inflammation – Emphasis on the metabolic syndrome.J Am Coll Cardiol. 2006

 Aggarwal BB, Shishodia S, Sandur SK, Pandey MK, Sethi G. Inflammation and cancer: How hot is the link?Biochem Pharmacol. 2006

Lopez-Garcia E, Schulze MB, Fung TT, Meigs JB, Rifai N, Manson JE, Hu FB. Major dietary patterns are related to plasma concentrations of markers of inflammation and endothelial dysfunction. Am J Clin Nutr.2004

Lopez-Garcia E, Schulze MB, Meigs JB, Manson JE, Rifai N, Stampfer MJ, Willett WC, Hu FB. Consumption of trans fatty acids is related to plasma biomarkers of inflammation and endothelial dysfunction. J Nutr.2005

Esposito K, Nappo F, Giugliano F, Giugliano G, Marfella R, Giugliano D. Effect of dietary antioxidants on postprandial endothelial dysfunction induced by a high-fat meal in healthy subjects. Am J Clin Nutr. 2003

Longo VD, Mattson MP. Fasting: molecular mechanisms and clinical applications. Cell metabolism 2016