psicosomaticaPsicosomatica Negli anni ’20 da parte di medici d’ispirazione psicoanalitica nasce l’idea di verificare se specifiche manifestazioni psicologiche  potessero determinare, assieme a disturbi fisici, malattie organiche. Perantro già Freud, nei sui studi sull’isteria, valutava il sintomo organico come una deviazione dell’eccitazione somatica a cui è impedito l’accesso allo psichico. Ma la necessità era andare oltre al modello di conversione freudiano, dove elementi conflittuali sul piano psicologico si riflettono in espressioni patologiche somatiche.  Per Groddeck (1917) che si definiva psicoanalista selvaggio, la malattia organica , in modo analogo al sogno, rappresentava l’espressione somatica simbolica di processi psichici. Egli riteneva  che tutte le malattie  costituissero manifestazioni corporee  di un blocco psicologico e quindi fossere diretta emanazione dell’inconscio. Ma se questo e vero,esiste anche una “grammatica” fisica dell’inconscio?  E come  veicola in suo messaggio, su quale base opera? E che ruolo gioca la base biologica, genetica,  eculturale nella scelta dell’organo che sarà colpito dal disturbo psicosomatico? Per rispondere a questi interrogativi nasce nel 1939 nasce la rivista Psycosomatic Medicine. Quando proviamo rabbia, ansia, paura, il nostro corpo subisce delle vistose e rapide modificazioni fisiologiche, dovute all’attivazione del sistema nervoso simpatico. Alcune di queste manifestazioni sono palesi: il cuore accellera, i muscoli si tendono,  pressione sale, il respiro si fa più frequente; altre non arrivano alla consapevolezza: aumentano gli zuccheri nel sangue, alcune ghiandole endocrine rilasciano ormoni utili a sostenere l’organismo, i processi digestivi e riparativi vengono momentaneamente interrotti. Ma cosa succede se per vari motivi ci priviamo della possibilità di eliminare la causa della nostra reazione emotiva e manteniamo uesto stato di allarme?  Si determina una sollecitazione cronica con possibili alterazioni organiche più o meno pericolose. Negli anni ’30-’50 prende corpo una dottrina psicologica orientata ad evidenziare specifici  fattori psichici causali nelle malattie psicosomatiche.

Franz Alexander era convinto che  si potesse dimostrare  “una distinta correlazione fra certe costellazioni emotive e certe funzioni vegetative” (1950/1968). Partendo dalle ricerche sperimentali di Cannon (1927) ed Hess (1925)  che delineavano con precisione l’esistenza di due categorie principali dell’emozione: preparazione alla lotta o alla fuga in condizioni di emergenza,  e piacere ed acquiescenza, individuò il  che corrispettivo biologico di queste due categorie  erano le due configurazioni fondamentali di attività neurovegetativa: l’attivazione del sistema nervoso simpatico in condizioni di allarme e l’azione del sistema nervoso parasimpatico verso la riparazione,  il ripristino metabolico e  l’accrescimento dell’organismo. All’iperattività del sistema nervoso simpatico e parasimpatico si possono far risalire tutte quelle patologie che lui definisce nevrosi vegetative, per distinguerle dalle nevrosi isteriche che coinvolgono il sistema nervoso centrale.  Quindi in mancanza di un azione efficace da operare  nelmondo esterno  o nel proprio mondo interiore si produce una modificazione patologica nell’organismo.In tale epoca vengono considerare psicosomatiche solo alcune malattie di cui sfuggiva  la causa biologica: ulcera peptica, colite ulcerosa, ipertensione, asma bronchiale, tireotossicosi, artrite reumatoide, neurodermatite. Alexander propone un modello di comprensione della malattia psicosomatica a partire dalle dinamiche emotive in bilico tra dipendenza e indipendenza a cui si accompagnano modificazioni fisiologiche, che, se cronicizzate, fanno ammalare l’organismo.In maniera circolare si alternano dell’individuo i bisogni di ricerca di aiuto e sostegno con quelli di autodeterminazione e libertà, quando questi bisogni vengono disattesi o frustrati il corpo si ammala e le patologie che si determinano sono di due diverse  categorie a seconda  del bisogno insoddisfatto. Così quando non è possibile esprime la lotta o fuga (indipendenza) abbiamo le malatie cardiache, vascolari , le cefalee e l’artrite reumatoide, mentre quando è repressa la rigenerazione vegetativa (accudimento) le malattie gastrointestinali e respiratorie : colite, ulcera ed asma. 

Il modello della specificità con il  forte richiamo principio di casualità unica, che faceva corrispondere uno specifico blocco emozionale ad una patologia somatica, finiva per ripercorrere il modello medico che ricercava la causa del morbo in un germe, con il rischio di perdere  la comprensione dell’uomo nella sua totalità psico-fisica e di oscurarne  la dimensione storica e processuale. Un superamento in tal senso ci viene da  George Engel, padre del modello  bio-fisico-sociale, che  fin dagli anni ’70 indicava che la condizione di malattia e di salute dovesse essere riferita ad un insieme di fattori sia biologici, psicologici,e sociali e che il compito del clinico era quello di stabilirne la differente l’influenza. 

Oggi possiamo fare un ulteriore passo avanti ed affermare che tutte le malattie sono psico-somato- socio-spirituali, e che noi non siamo atro che l’incontro di tutte queste dimensioni.

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